domenica 16 dicembre 2012

Venaria è una città strana. Ne sono consapevoli anche i suoi stessi abitanti. Forse è colpa dell’aria malsana della Snia Viscosa che per tanti anni abbiamo respirato. Forse è colpa del complesso di sudditanza maturato nei confronti dei padroni della Reggia, non tanto quelli della storia quanto quelli dell’attualità. Forse è colpa della mistura di etnie che ci convivono: siciliani, pugliesi, calabresi ma anche toscani e veneti. Forse c’è anche qualche piemontese, ma non ne sono sicuro ! A Venaria è facile lamentarsi di tutto e di tutti; ma è difficile proporre qualcosa di diverso, di nuovo. E’ facile discutere di qualunque argomento; ma non si riesce mai a mettersi d’accordo su nulla. Persone intelligenti e capaci ce ne sono tante; ma non sono mai dove servirebbero. Anche di imbecilli ce ne sono tanti; loro invece sono sempre in prima fila quando si tratta di fare danni, a volte irreparabili. Francamente io mi sono stufato di questa situazione; quindi o cambio città o cerco di cambiare la città ! Siccome mi piacciono le sfide impossibili, voglio provare a trasformare Venaria in una città normale; con l’aiuto di quelle persone intelligenti e capaci che finalmente vorrei vedere al posto giusto. Con questo obiettivo nasce il blog “Nuove Prospettive per Venaria”; un punto d’incontro e di confronto, un momento di aggregazione e di riflessione, un cenacolo di menti illuminate, un’officina di idee, ma non solo. Quando sarà il momento giusto la condivisione diventerà proposta, la dialettica lascerà spazio all’azione, e la sinergia porterà al risultato. Per gli intelligenti è una promessa, per gli idioti una minaccia: fatevi da parte finchè siete in tempo.

21 commenti:

  1. E' una dichiarazione d'amore o una dichiarazione di guerra ?

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    1. Come ha scritto Gianni su Cronica Regia : "Ama la tua città come te stesso " !

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  2. Se è vero che ogni popolo ha il governo che si merita, forse è giunto il momento per meritarci qualcosa di più.

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    1. Grazie Enzo, hai proprio ragione !

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  3. Venaria è la mia città. E' la città della mia famiglia da quattro generazioni...è la città che amo...e, hai ragione, merita di più...ma ci possiamo riuscire solo proponendo idee costruttive e, soprattutto, mettendole in pratica.

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    1. Certo, è proprio quello che vorremmo fare anche con il tuo contributo.

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  4. Sto leggendo un bel libro che dice: "... nella vita ci vuole saggezza, coraggio e compassione ...". Chissà che riflettendo su queste parole qualcosa prima o poi si muova ....

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    1. La saggezza delle idee, il coraggio di metterle in pratica, la compassione verso chi si ostina a non voler cambiare ! Qualcosa si muoverà molto presto, Antonella !

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  5. UaU..!!! A fronte concetti [condivisibili] e in chiusa finale… mi vengono in mente… somme parole!

    "Per me si va ne la città dolente,
    per me si va ne l'etterno dolore,
    per me si va tra la perduta gente.

    Giustizia mosse il mio alto fattore;
    fecemi la divina podestate,
    la somma sapïenza e 'l primo amore.

    Dinanzi a me non fuor cose create
    se non etterne, e io etterno duro.
    Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".

    Queste parole di colore oscuro
    vid'ïo scritte al sommo di una porta;
    per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro".

    Ed elli a me, come persona accorta:
    "Qui si convien lasciare ogne sospetto;
    ogne viltà convien che qui sia morta.

    Noi siam venuti al loco ov'io t'ho detto
    che tu vedrai le genti dolorose
    c'hanno perduto il ben de l'intelletto".

    E poi che la sua mano a la mia puose
    con lieto volto, ond'io mi confortai,
    mi mise dentro a le segrete cose.

    E con.. la Non Segreta Speranza, che il ben d’amore, Intelletto avanzi… Forza e Coraggio! Vien da dire. O mej: coraggio, per cominciare. La Forza, se la valenza.. sarà tale, non sarà... che conseguente, naturale evoluzione.


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    1. Il coraggio e la forza non ci mancano, Marco ! Mi fa piacere che tu definisca "condivisibili" i concetti espressi.

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    2. Beh… Venaria, è pur la mia città… anche se, personalmente, appartengo in parte a coloro che.. vivono fuori dalla stessa molto tempo; e se non fuor di città… fuor dal mondo: nel mio.

      Venaria si deve aprire, di più. Interagire con altre realtà. Esser cornice ma al tempo stesso centro. Cominciare a sentirsi… non bianca o nera, o grande o piccola, o mezzo e mezzo; ma unica e irripetibile, parte d’Universo. Misura questa, che dovrebbe appartenere, ad ogni essere vivente, ad ogni singolo elemento. Pure, quello spicciolo.

      Ma queste, son solo parole. Per cambiare le cose, non solo a Venaria, ci va ben altro. Non resta che augurare, all’esistenza... buona sorte! Che spesso è vita, un nuovo inizio, ripartente da una fine, da una “morte”. Sperem.

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    3. ah.. ribadisco le virgolette alla parola "morte". Che non si fraintenda, nessun vuole morto nessuno, son pacifico da sempre; sia mai! anzi: Sì, amai. Ed amo, amar, tutt'oggi.

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  6. Si, Venaria è senz'altro una città strana, dove è facile lamentarsi di tutto. Io credo che il motivo di questo stia nel fatto che gli abitanti della Reale possano essere suddivisi in due categorie: i primi abitano a Venaria, ma studiano, lavorano, escono, fanno compere ed hanno amicizie a Torino, tornando a casa quasi solo per dormire. Per loro a Venaria potrebbe essere organizzata qualsiasi cosa, anche la più bella, ma questa non verrebbe presa in considerazione. I secondi, invece, vivono l'intera giornata a Venaria e questo fa di loro persone semplici e di provincia. E' grazie a loro che alcuni eventi in città sono affollati, tuttavia, gli eventi che queste persone apprezzano maggiormente sono quelli più tradizionali, come le fiere. Il che, tra l'altro, porta ad allontanare ancora di più gli appartenenti al primo gruppo di persone. Io credo che l'intervento più urgente in città sia quello di rompere questo dualismo, portando ad interessarsi della città anche quelle persone che non hanno mai considerato questa eventualità. Quale sia la strada per raggiungere quest'obiettivo è difficile a dirsi, ma bisogna cominciare a pensare a prospettive più ampie per Venaria rispetto a quelle di provincia: eventi di rilievo, miglioramento della rete di trasporti da e verso Torino, rinnovamento delle attività commerciali ecc. Il tutto senza rovinare l'identità della città, fatta di gente semplice che ha voglia di tranquillità e di spazi verdi. Graziella

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    1. Innovazione nel rispetto della tradizione ! La strada per raggiungere l'obiettivo è semplice, Graziella; idee chiare, capacità e determinazione per realizzarle.

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  7. Lo scenario politico venariese di questi ultimi anni è veramente deprimente, bisogna assolutamente fare qualcosa per cambiare rotta. Quindi ben venga chi ha voglia di mettersi in gioco.

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    1. Siamo pronti a metterci in gioco con grande impegno ed entusiasmo; il nostro obiettivo è quello di cambiare radicalmente il modo di fare politica e di governare una città. Ci aiuti anche tu, Maria ?

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  8. A mio parere, a Venaria (e non solo) si sta consumando da tempo un triste connubio tra l'insipienza della classe politica dominante, ferocemente abbarbicata al potere fine a se stesso, e l'indifferenza rassegnata della cittadinanza, disillusa e lontana dal sentirsi rappresentata. Ne sono prova le decisioni e le scelte prese senza la dovuta considerazione della volontà popolare, espressa ad esempio attraverso raccolte di firme; la volubilità di alcuni rappresentanti politici che nel loro cammino hanno attraversato gran parte dell'arco partitico per garantirsi la permanenza in Consiglio od in Giunta; le contrapposizioni puramente ideologiche su tematiche che nulla hanno a che spartire con le tessere ma che sono di grande importanza per la vita quotidiana (penso alla sicurezza dei corsi d'acqua, alla viabilità, alla gestione dei rifiuti, alla sanità, e così via); la considerazione, spesso scarsa ed a tratti nulla, nei confronti dei Comitati di Quartiere, eletti dai Cittadini e talvolta intesi dall'Amministrazione e da alcune forze politiche come cassa di risonanza e non come naturali convogliatori delle istanze dei Venariesi. L'antipolitica che oggi va tanto di moda, paradossalmente, sembra sortire l'effetto di allontanare ancor più la cittadinanza dalla gestione pubblica anziché coinvolgerla, e questo non fa altro che incancrenire ulteriormente la situazione, in una sorta di circolo diabolicamente vizioso. Credo che per mutare radicalmente questo scenario la partecipazione attiva alla gestione pubblica sia importante ma non risolutiva, in quanto occorre anche mutare la sensibilità e la consapevolezza della cittadinanza per quanto attiene il rispetto del bene comune e la sua tutela. E' un percorso difficile e tutto in salita, prettamente culturale ed etico, ma non per questo impraticabile; il sentirsi parte di una comunità e percepirne il radicamento e l'appartenenza sul territorio, indipendentemente dalla propria origine e provenienza geografica, è un traguardo irrinunciabile e carico di responsabilità morali e civili, ma che porterà sicuramente ad un miglioramento della qualità della vita di ciascuno di noi. E camminare uniti sarà sicuramente positivi, perché se da soli si va velocemente, tutti insieme si arriva più lontano.

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    1. E' vero, Edoardo, bisogna recuperare il rapporto con la cittadinanza non solo con la partecipazione ma anche con la responsabilizzazione. Perchè ciò avvenga però bisogna dare un segnale di cambiamento, ricostruendo quella credibilità che la classe politica attuale ha perso totalmente; e questo si può fare solo dando l'esempio in prima persona.

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    2. Delegare ad altri il "lavoro sporco" per poi (eventualmente) godere del risultato ottenuto non è mai stato affine al mio modo di vedere le cose... sono d'accordo con te!

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  9. Penso che il miglior modo di vivere la città sia viverla dall'interno, partecipando e prendendo parte agli eventi del territorio.
    Voglio sfacciatamente portare acqua al mio mulino, la Pro Loco, ma a Venaria abbiamo storia, cultura, tradizioni, idee, voglia di fare.....purtroppo tante volte mancano le persone, le persone che fanno il "lavoro sporco" ma che proprio facendo quello dimostrano di amare la propria città.
    Spostare sedie, mettere tavoli, costruire eventi, organizzare mostre, è quello che ci proponiamo per rendere viva la città rendendoci utili alla cittadinanza e a noi stessi, molto più che "fare politica".
    A mio parere la miglior soddisfazione la possiamo avere quando alla fine di un evento la gente si congratula con te, quando i bambini delle scuole scoprono un angolo di territorio nascosto, quando capiscono quanto è storica e importante la città in cui vivono, quando gli anziani vedono gratificati i loro ricordi.
    In fondo Gandhi diceva: Sii il mutamento che vuoi vedere nel mondo.

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    1. La frase di Gandhi esprime benissimo il nostro sentimento ! Ne stavamo giusto discutendo prima con Edoardo. Per quanto riguarda la Pro Loco, sai bene caro Claudio che gode della nostra massima stima per l'importante lavoro che svolge. Il post di apertura parla infatti di persone intelligenti e capaci, ma bisogna aggiungere anche persone di grande impegno civile, amore e generosità per la propria città. Chi può governare il territorio meglio di chi lo conosce profondamente dal suo interno ?

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