giovedì 13 giugno 2013

Riconoscere il diritto di cittadinanza agli extracomunitari o il diritto di matrimonio ai gay è come riconoscere il diritto di una regione all'indipendenza. Nel senso che sono diritti di minoranze, che contrastano con un sistema  socio-politico diversamente regolamentato. Tuttavia molti spingono affinchè alcuni di questi diritti vengano riconosciuti comunque; è una battaglia di civiltà per alcuni versi comprensibile. A condizione però che non vengano fatti favoritismi: o vengono riconosciuti tutti o nessuno. La soluzione migliore potrebbe essere quella di consentire alle regioni di legiferare autonomamente su questi temi; in tal modo si concederebbe alle persone la facoltà di scegliere dove andare a risiedere sulla base dei propri principi etico-morali. Invece siamo costretti a vivere in una nazione dove una casta politica ristretta e non rappresentativa decide sulla base degli interessi di pochi cosa sia consentito e cosa no. Il risultato è che i nostri quartieri, le nostre scuole, i nostri ospedali, i nostri mercati, le nostre case popolari sono invasi da un'esercito di stranieri che non pagano tasse ma rivendicano diritti, con l'arroganza di chi sa di essere politicamente tutelato. Mentre chi le tasse le ha sempre pagate e ora magari si trova in difficoltà per colpa della crisi non ha il sostegno delle pubbliche istituzioni, non è protetto da nessuno. E cosa possiamo aspettarci di meglio in futuro se anche i ministri vengono scelti con lo stesso criterio di demagogia ?


3 commenti:

  1. Argomenti non facile da affrontare, ma di stringente attualità; a fattor comune direi che dietro a questa ed altre pseudo battaglie di civiltà non c'è un reale interesse da parte dei proponenti politici (guarda caso sempre mancini...) verso i potenziali beneficiari, quanto un disperato bisogno di esposizione mediatica ed opportunistica.
    Ci terrei innanzitutto a differenziare quanto hai scritto in apertura: il riconoscimento di una regione o territorio all'indipendenza, o quantomeno ad un trattamento diverso, si fonda su secoli, se non millenni, di identità culturale, linguistica, religiosa, ed è quantomeno identificabile con un percorso storico evolutivo. Parificare a tutti gli effetti una coppia omosessuale alla famiglia tradizionale, o concedere una cittadinanza solo formale e priva di alcun beneficio immediato (e vedremo perché) sono iniziative puramente demagogiche e dannose che a nulla mirano se non a stravolgere la società e la cultura che da almeno duemila anni caratterizzano la nostra vita, in modo da indebolire il tessuto sociale ed il senso di appartenenza a tutto vantaggio di centri di potere sovranazionali (...mai sentito parlare di massoneria?). L'unione di due esseri viventi, uomini od animali che siano, ha lo scopo di perpetrare la specie attraverso la procreazione, e non può essere assimilata ad un mero capriccio modaiolo; o forse si vuol fare come in Francia dove da qualche mese le nozze gay sono legali, ed i bambini non hanno più ufficialmente mamma e papà, ma genitore 1 e genitore 2? Sono convinto che chi prova sentimenti sinceri verso persone del suo stesso sesso sia infastidito quanto e più di noi dalle manifestazioni carnevalesche dei vari pride, che hanno il solo scopo di irridere la vita vera e regalare diritti immeritati a minoranze ipocrite. Per quanto riguarda lo ius soli, tralasciando il fatto che nei paesi occidentali esiste solo negli USA (nata dall'esigenza di avere persone che portassero avanti l'espansione ad ovest a tutto danno delle tribù indiane autoctone) ed in forme differenziate in Francia (legata qui alla complessa situazione delle colonie ed alle mire espansionistiche del Re Sole), tutti ne parlano come di una conquista irrinunciabile e doverosa; nessuno però ci spiega che la sola differenza tra un bambino non-cittadino ed uno cittadino è l'esercizio dell'elettorato attivo, ovvero il diritto di voto, accessibile dopo il 18esimo anno. (Fine prima parte)

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  2. (seconda parte, i 4096 caratteri sono tiranni...) Sino ad allora sanità, istruzione e tutto il resto sono garantiti in egual misura dalle leggi vigenti. Ed allora, cos'altro è se non un progetto a lungo termine mirante al disfacimento della società? E' mia opinione che la cittadinanza sia non un punto di partenza, ma un traguardo da raggiungere con impegno, volontà e coerenza. Al raggiungimento della maggiore età, la legge prevede la possibilità di richiederla superando esami culturali e linguistici, dove sta l'urgenza? E poi, siamo certi che un bambino sia felice di essere italiano e non marocchino o cinese o filippino? Direi proprio che questo atteggiamento rivela noncurante disprezzo verso le origini etniche del destinatario del provvedimento, e mancanza di rispetto verso chi, bene o male, l'appartenenza ad un Paese (non Stato, attenzione: la differenza è fondamentale...) la sente dentro come ereditata dalla sua famiglia, e quindi un bene prezioso e quasi sacro. Non so voi, ma vedere un ministro che distribuisce cittadinanze onorarie come fossero dolcetti di carnevale, la presidentessa della Camera che si dice orgogliosa solo quando l'Italia avrà dato un sussidio ed una casa ad ogni immigrato, una grande città come Milano che spende oltre 6 milioni di euro per realizzare un villaggio di casette arredate da omaggiare ai rom che le rifiutano perché arredate con cattivo gusto e nel contempo taglia 200 euro di sussidio agli anziani in difficoltà perché ha terminato i fondi, mi riempie di tristezza e mi disorienta; nel frattempo non passa giorno senza disperati che si suicidano, atti di violenza orribili ed ingiustificati che trovano subito attenuanti ispirate da un principio acritico di accoglienza ipocrita e mendace, mercanti di carne umana che riversano sulle nostre coste centinaia di disperati attratti da questo miraggio di un paese del bengodi che esiste solo nella fantasia di alcuni. E questo non fa solo incupire, fa pure inc...re un pochino! La soluzione più semplice sarebbe scappare via alla prima opportunità, magari lasciandoci alle spalle un oceano che ci allontani da tanta decadenza; ma se abbiamo ancora un pizzico di orgoglio, di senso di appartenenza, di coraggio di rivendicare e difendere i nostri Costumi, Storia, Tradizioni... allora mettiamoci in gioco e diciamo NO all'ipocrisia ed al tentativo di cancellarci! Altrimenti assisteremo passivamente alla nostra estinzione culturale e sociale: non per niente si comincia con il vietare la merenda negli asili durante il ramadan o nel non celebrare il Natale nelle scuole per non urtare la sensibilità di uno o due bimbetti arabi che nulla sanno di tutto ciò, e che rischiano di diventare bersagli inconsapevoli ed innocenti del risentimento degli altri bimbi, che si vedono privare di un loro diritto a favore di una minoranza. E' lo stravolgimento dei principi democratici, se in qualche modo una minoranza etnica, religiosa o di orientamento sessuale si arroga il potere di dettar legge alla maggioranza. Alla faccia di chi la parola "democratico" la infila ovunque, dalla politica al rispetto della fila negli uffici postali, all'utilizzo del bagno. Mai come ora, in questi tempi tristi dove i riferimenti fondamentali sembrano vacillare sotto i colpi della crisi economica e del multiculturalismo di comodo, occorre avere ben ferme le proprie convinzioni e portarle avanti con coerente fermezza e, questa volta sul serio, nel pieno rispetto della democrazia e delle leggi vigenti, morali, umane o divine che siano.

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    1. Ovviamente il paragone di apertura voleva principalmente essere provocatorio ! Per il resto condividiamo appieno l'analisi di dettaglio che coincide perfettamente con in concetti più sinteticamente espressi nel post. Grazie Edoardo per il tuo contributo.

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